Abbigliamento

Pensiamo che sia indispensabile portare quello che per noi sarebbe un abbigliamento autunnale ed invernale. Ovviamente, avendo degli spazi limitati, non pensiamo di portare nulla di pesantissimo, meglio una giacca, tipo Barbour, che possano essere indossata su un gilet, che possa essere indossato su un maglione, che possa essere indossata su una maglia, ecc. ecc. senza trascurare l'uso di una buona maglia interna. Discorso simile per le gambe. Potremo così arrivare a sovrapporre alla pelle anche 7 o 8 strati, dovremmo così arrivare a sopportare i circa 4 o 5°C, che potremmo trovare nell'estremo nord in giorni di tempo particolarmente inclemente. Allo stesso tempo saremmo attrezzati per temperature che in alcune zone o in alcune condizioni possono largamente superare i 20°C, sempre con gli stessi abiti.
Ovviamente non andranno trascurati cappelli e scarpe da trekking in cui entrino anche dei calzettoni pesanti.
Occorre portare anche delle mantelle impermeabili. Pare che l'ombrello sia sconsigliato in quanto spesso la pioggia è accompagnata da forte vento.
Non dovremmo dimenticare una mascherina per dormire nelle luminose notti del Nord, non esistono ne' imposte, ne' tende.
Come anche non dovremmo dimenticare delle maschere da apicultore per difenderci dalle zanzare.

Il dubbio è su tutto ma in particolare lanciamo un quesito e un dibattito: fibre naturali (lana, cotone, ecc.) o artificiali (pile, microfibra, ecc.).

Dobbiamo pensare alla funzionalità ma anche all'estetica, abbiamo una certa età e si fa presto a cadere nel ridicolo. Abbiamo anche una responsabilità, siamo italiani e dobbiamo essere un po' ambasciatori del "buon gusto" italiano.

27/01/2008 Andrea suggerisce:
Durante i viaggi in auto ho sempre usato un abbigliamento molto leggero calzoni e maglietta di cotone integrato da una felpa o una tuta completa in caso di basse temperature e una giacca a vento in gore-tex leggera, ma perfettamente impermeabile all'acqua e al vento e veloce ad asciugare. Non credo che le mantelle siano molto meglio degli ombrelli in caso di pioggia e vento insieme, piuttosto meglio usare anche i calzoni in gore tex. Riguardo agli ombrelli una volta erano praticamente sconosciuti e addirittura molti locali non usavano neppure un copricapo, attualmente qualche ombrello si vede, ma mi sembrano ancora abbastanza rari. Cmq è vero che in un viaggio di questa durata e distanza si può incontrare di tutto e l'escursione termica può essere veramente notevole. Direi che per i capi a contatto della pelle va bene il cotone, per gli strati superiori (tute e felpe) forse è meglio il sintetico meno delicato e più semplice da lavare, sopra tutto il gore-tex impermeabile e traspirante. Bisogna inoltre tenere conto delle proprie abitudini e gusti, ad es. io preferisco il freddo, amo il vento e la pioggia non mi da particolarmente fastidio...
La maschera da apicultore mi ha lasciato sbalordito: a parte il fatto che credo che le zanzarine del nord possano passare tranquillamente nelle maglie della rete, se poi entrano nella maschera come si fa a prenderle? E poi, se nel bel mezzo della tundra a uno gli viene un improrogabile bisogno fisiologico come fa? la maschera da che parte la mette?
La mascherina per dormire mi ha lasciato un po' perplesso: =-O ma come, uno fa 6000 km per vedere che non esiste più la notte e poi si benda gli occhi per dormire!!! eh no di notte si sta svegli e con gli occhi aperti e si va a spasso, si legge, si chiacchiera, si mangia ecc, con tutto quelle che c'è da fare alla luce del sole non vorrete mica dormire!?! Infatti gli indigeni, che peraltro si devono sorbire tutto il buio dell'inverno, non usano tende e imposte proprio per quello, ci mancherebbe!!

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